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4 Aprile 2023

Inaugurata all’Accademia di Belle Arti la mostra pittorica di Mark Cirianni

“Per noi l’arte è un’avventura in un mondo sconosciuto, che può essere esplorato soltanto da coloro che vogliono rischiare” Mark Rothko.

Da qui parte l’esperienza artistica di Mark Matteo Maria Cirianni , allievo del corso moda dell’ITT PANELLA VALLAURI

Tutto nasce dall’interazione tra Mark e l’oggetto estetico. Un’unica opera che al suo interno contiene un labirinto di forme, colori e significati, di cui riusciamo a catturare solo una parte. Il resto si offre alla libera interpretazione e alla fantasia dell’immaginazione, più accentuata nelle persone con autismo , per la loro capacità di percezione sensoriale molto più forte. Per questo è importante studiare l’interazione tra arte e neuroscienze, ovvero quell’approccio che si focalizza sul modo di percepire e fruire l’opera da parte dello spettatore. Ma partiamo dal concetto di autismo, o meglio di autismi, o di spettro autistico, per indicare la varietà dei quadri che ne fanno parte. La costante di questa complessa condizione umana è la difficoltà a comunicare e a interagire con gli altri. Una difficoltà relazionale fondata sulla comunicazione verbale, quindi, che richiede un approccio diverso. E qui subentra l’arte, come poliedrica gamma di luci, linee e colori che, con la loro intrinseca razionalità, offrono alla persona con autismo una via alternativa di comunicazione. C’è un disegno non scritto dietro l’immagine che può dar forma a precise emozioni, necessarie sia alla comunicazione che al riconoscimento e alla definizione di sentimenti personali. La sua arte cela sempre quella dimensione misteriosa e indecifrabile, che resta sconosciuta all’altro ma offre terreno di indagine introspettiva. Tuttavia la sua natura universale può superare qualsiasi differenza e mettersi al servizio di forme di interpretazione più ampia. Perché nell’ampia varietà di condizioni biologiche e ambientali che caratterizzano lo spettro autistico una componente costante c’è. È la difficoltà di esplorare se stessi e il mondo circostante. L’arte, per sua natura multiforme, offre una soluzione a tali comportamenti contrastanti, sublimandoli nell’unicità dell’oggetto estetico, nella materia. Ma non si tratta solamente della loro percezione plurisensoriale . Ci si focalizza quindi sulla natura relazionale dell’opera d’arte, che mette in connessione artista e spettatore e viceversa. Tale componente è rafforzata nell’arte astratta, dove non c’è un’impostazione figurativa predefinita a guidare la lettura dell’opera. Così non conta più la “qualità” del dipinto, dettata da canoni specifici, ma l’atto creativo, che stimola un diverso modo di relazionarsi con l’oggetto. Mark Rothko: “Un quadro non è l’immagine di un’esperienza. È l’esperienza.” Per questo è importante l’interazione tra arte e autismo. Per liberare la comunicazione dagli schemi a cui è vincolata attraverso il linguaggio e affidarla alla pura espressione del colore. Così, come afferma Umberto Eco nel suo lavoro Opera aperta: L’arte contemporanea attua la sua originalità nel porre (talora opera per opera) un nuovo sistema linguistico che ha in sé le sue nuove leggi. Non ci sono limiti alla comunicazione e questo la persona con autismo lo comprende prima di tutti.

Dott.ssa Gina Talarico Assistente analista del comportamento

 

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